Gli amministratori pubblici nel mirino della criminalità: 30 violenze in 30 giorni

Ancora macchine bruciate, spari contro il portone di casa, lettere minatorie e danneggiamenti d’ogni genere. Sono sempre più allarmanti — scrive la Repubblica — i dati sulle intimidazioni ai danni di amministratori pubblici di Comuni, Province e Regioni italiane. Cresce la preoccupazione e, soprattutto, fa sempre più paura il ritorno prepotente di atti esplicitamente violenti della criminalità organizzata in diverse città, sia del nord che del sud del Paese. Un fenomeno diffuso dunque, che proprio per questo è stato affrontato a Roma in occasione della riunione dell’insediamento dell’Osservatorio sulla sicurezza urbana, presso il Viminale. Alla riunione, cui hanno preso parte il Ministro dell’Interno Angelino Alfano, i sottosegretari Filippo Bubbico e Giampiero Bocci, e diversi sindaci in rappresentanza dell’Anci, come Piero Fassino, Enzo Bianco, Giuseppe Falcomatà e Renato Accorinti, si è cercato di fare il punto della situazione, mettendo sul tavolo anche alcune proposte operative. Per far comprendere quanto sia grave e complessa la situazione, gli amministratori hanno consegnato al governo le statistiche elaborate da Avviso Pubblico, da cui emerge che nel solo periodo tra il 1 gennaio e il 7 febbraio scorsi si sono registrati 30 diversi atti intimidatori. Episodi a cui sono seguiti ulteriori scorribande criminali culminate con l’incendio dell’auto di Federica Roccisano, assessore al Lavoro della Regione Calabria. La repressione resterà naturalmente di responsabilità delle forze di polizia e della magistratura, mentre i municipi vogliono intervenire sul piano della prevenzione.

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